Ispica, Città del Liberty
Il celebre architetto Basile realizzò qui l'edificio Liberty più importante del ragusano
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A circa 30 chilometri da Ragusa, posta al limite più orientale della sua provincia, sorge Ispica, graziosa cittadina di circa 15.000 abitanti che si specchia, dall'alto di una deliziosa collina, nel mare azzurro poco distante.
Ispica può essere considerato uno dei luoghi più belli della Sicilia per le sue splendide opere tardo barocche e Liberty e per i 10 chilometri di spiaggia libera che, in estate, si popolano di turisti. Nei suoi dintorni, gli appassionati di archeologia ed escursioni all'aria aperta, possono visitare la spettacolare Area Archeologica di Cava d'Ispica con le sue pareti interamente butterate da cavità naturali dovute all'erosione carsica, poi adattate dall'uomo nel corso dei secoli e trasformate in necropoli (Sicule, Bizantine e catacombe Cristiane). Qui il panorama è eccezionale, con la cava solcata da un ruscello che scorre lento tra scenari naturalistici di affascinante suggestione.
Chiamata sino al 1935 Spaccaforno, il nome Ispica deriva dal fiume Hyspa, mentre per altri deriva dal latino Speca che significa grotte, in riferimento alle tante tombe a forno che caratterizzano la Cava. La presenza umana in questi luoghi è antichissima e dai reperti archeologici venuti alla luce si presume risalga addirittura all'Età del Bronzo.
La più antica notizia relativa alla città invece, è reperibile in una bolla di Papa Alessandro III del 1168, mentre nel XIII sec. Spaccaforno venne aggregata alla Contea di Modica. Nel 1393 il castello di Ispica entrò a far parte dei possedimenti di Bernardo Cabrera e nel 1453 fu ceduta ad Antonio Caruso di Noto.
Nel 1493 Isabella Caruso sposò Francesco II Statella, discendente dei Conti della Contea di Statel in Fiandra e, per effetto di tale matrimonio, i suoi successori assunsero il possesso e il governo della città fino al 1812, anno in cui venne abolita la feudalità. La città fu incorporata nel distretto di Modica e nella provincia di Siracusa e nel 1927, fu assegnata alla nuova provincia di Ragusa.
Le tappe del nostro itinerario
Casa Lauretta
La cittadina comprende un'area settecentesca con strade a scacchiera, un'area medioevale vicina ad una rupe che ospita i ruderi di una fortezza, che un tempo, costituiva il nucleo principale della città. In seguito al sisma del 1963 alcuni quartieri furono ricostruiti attorno alla chiese di Sant'Antonio, del Carmine e dei Minori Osservanti che pur fortemente danneggiate erano rimaste in piedi, mentre gli altri furono ricostruiti totalmente sul colle Calandra, con vie larghe e diritte.
Ispica è caratterizzata dalla presenza diffusa del Liberty. In città molti edifici della prima metà del '900 appartenuti all'aristocrazia, borghesia o a ricchi possidenti agrari sono arricchiti da dettagli scultorei come altorilievi con volti di fanciulle o con motivi floreali, opere dei migliori capimastri e scalpellini della zona. Vale la pena fare un giro per la città e ammirare il palazzetto Modica (via Foscolo) disegnato dal Lanzerotti, casa Montalbano (via Ceconato), casa Passarello (Corso Umberto, 76), casa Agnello (via Procida) e casa Lauretta (via Statale).
Palazzo Bruno di Belmonte
In Corso Umberto si affaccia poi, Palazzo Bruno di Belmonte, la sede municipale che è anche l'edificio Liberty più importante della provincia di Ragusa. Costruito a partire dal 1906 su progetto di Ernesto Basile, il massimo rappresentante del Liberty in Sicilia, il palazzo è a due piani con torri angolari, logge e decorazioni in terracotta policroma. All'interno, nella scala d'accesso al primo piano, è stata realizzata un'inferriata in ferro battuto dai fabbri Giuseppe e Lino Donzella (1981-82) che riprende motivi decorativi floreali.
Chiesa Madre
Ispica ospita anche tantissime chiese. Cominciando da Piazza Regina Margherita, in posizione sopraelevata, sorge la Chiesa Madre dedicata a San Bartolomeo, unica per eleganza delle forme. Costruita nel 1750 per opera di Don Antonio Li Favi, ha una doppia scalinata esterna che conferisce slancio alla struttura. La facciata è impreziosita da una coppia di pilastri, da una finestra incorniciata e dal simbolo della città, lo stemma degli Statella. L'interno è estremamente semplice e custodisce un quadro raffigurante San Bartolomeo durante il martirio.
Vicino Piazza Regina Margherita sorge invece, la Chiesa di Santa Maria Maggiore costruita durante il '700, anche se la facciata fu realizzata solo il secolo successivo. La facciata è a due piani, percorsa da linee rette orizzontali e verticali e lesene che la vivacizzano. Un loggiato semicircolare dell'architetto Vincenzo Sinatra si allarga alla piazza antistante creando un bell'effetto d'insieme, mentre l'interno è a croce latina, con tre navate divise da pilastri. Particolari le cupole emisferiche con lanternino, gli stucchi di Giuseppe e Giovanni Gianforma, gli affreschi di Olivio Sozzi eseguiti tra il 1763 e il 1765 e le sculture in stucco raffiguranti quattro busti di Sante posti sulle pareti alte del transetto.
Chiesa dellAnnunziata
Imboccando corso Garibaldi, si può ammirare la Chiesa dell'Annunziata, al centro del quartiere omonimo, costruita durante la prima metà del '700 con un impianto planimetrico basilicale, a tre navate, divise da robusti pilastri. All'interno è conservato un magnifico ciclo di stucchi monocromi su fondo azzurro eseguiti da G. Giamforma a metà del '700, che riportano storie dell'Antico e del Nuovo Testamento. La Chiesa custodisce inoltre, alcune opere salvate dal terremoto come l'Adorazione dei Magi e un'Annunciazione del 1550, il Cristo con la Croce in cartapesta dello scultore Guarino da Noto del '700 e una composizione di un gruppo ligneo con il Cristo e due Giudei.
Chiesa del Carmine
Da non perdere la Chiesa e l'ex Convento del Carmine, nel quartiere omonimo. Il convento fu fondato nel 1534 e riedificato dopo il terremoto del 1693 insieme alla Chiesa annessa. L'attuale convento presenta una facciata molto sobria, con un portale d'ingresso di tradizione manieristica e una serie di finestre allineate.
La Chiesa invece, ha sulla facciata, una serie di bassorilievi di stile rinascimentale realizzati tra la seconda metà del sec. XVI e la prima metà del XVII raffiguranti S. Alberto di Gerusalemme, S. Angelo, S. Alberto degli Abbati. La fisionomia attuale venne definita alla fine dell'800 con la realizzazione della cella campanaria. L'interno è ad unica navata, con otto cappelle incassate che custodiscono decorazioni con colonne tortili e stucchi. In stucco sono le sculture ai lati dell'altare centrale che presenta un disegno unitario riferibile al '700.
Convento e Chiesa di S. Maria del Gesù
Nella parte bassa della città si trovano invece il Convento e la Chiesa di S. Maria del Gesù dei Frati Minori Osservanti che dominano tutta la pianura sottostante fino al Mar Mediterraneo. Edificato nel XVI secolo, la facciata esterna non presenta caratteristiche particolari, mentre l'interno è ad unica navata con decorazioni in stucco.
Di particolare interesse sono gli altari in marmi policromi disegnati con notevole perizia dal 'marmoraro' catanese Tommaso Privitera tra il 1770 e il 1771. Da vedere inoltre l'ex mercato del 1932, tipico esempio di architettura sociale del regime fascista. Essenziale nelle sue forme, è costituito da vari ambienti distribuiti attorno ad un loggiato con colonne. Una sala ospita le opere dello scultore ispicese Salvo Monica, le cui opere si distinguono per le notevoli qualità disegnative e plastiche, in particolare le medaglie e i ritratti giovanili.