La Riserva Naturale di Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco
I tesori naturalistici dei Sicani, territorio di uno dei Borghi più Belli d'Italia
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In una zona prevalentemente montuosa, in territorio di Sambuca di Sicilia (Ag), Contessa Entellina e di Giuliana (Pa), si sviluppa la Riserva Naturale di Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco, uno scrigno a cielo aperto che custodisce autentici tesori naturalistici tipici dei Monti Sicani.
La Riserva, che ha un'estensione di circa 2553 ettari, è stata istituita il 25 Luglio 1997 ed affidata alla gestione dell'Azienda Foreste Demaniali. L'area riveste un'enorme importanza dal punto di vista geologico, faunistico e botanico perchè rappresenta ciò che resta delle foreste che anticamente ricoprivano questi territori.
È possibile raggiungere la Riserva da Palermo o Sciacca, imboccando la SS. 624 (scorrimento veloce Palermo-Sciacca), uscendo allo svincolo per Sambuca di Sicilia (viadotto n. 25) per poi procedere sulla SP 70 in direzione di Sambuca di Sicilia. Superato il paese, bisogna proseguire sulla SP 69 in direzione Adragna. L'ingresso della riserva si trova dopo 5 Km, nel territorio di Contessa Entellina, in località Pomo.
Dal punto di vista geologico l'intera zona è interessata da lenti e imponenti movimenti franosi che, associandosi all’erosione superficiale delle rocce, hanno portato alla formazione di immensi blocchi rocciosi, sul più esteso dei quali si ritrova l’insediamento greco di Adranon.
Domina il paesaggio, con i suoi 1.180 metri s.l.m, il Monte Genuardo, un massiccio carbonatico formatosi durante il Triassico superiore, per la lenta sovrapposizione di sedimenti fossili sui fondali marini. Risalenti al Giurassico-Cretaceo inferiore (cioè a circa 135 milioni di anni fa) invece, sono i depositi di lave sottomarine (cosiddette 'pillow' o lave a cuscino) che ancora oggi riaffiorano in superficie lungo la strada che porta a Santa Maria del Bosco e in prossimità della vetta di Monte Genuardo.
Le lave a cuscino sono delle formazioni globulari sovrapposte, che si formano in caso di eruzione subacquee. Sui fondali marini compaiono infatti, delle fessure dalle quali risale la lava che a contatto con l'acqua si consolida in fretta, mentre da dentro continua a gonfiarsi e a riempirsi d'aria.
Sempre nella zona di Santa Maria del Bosco, a circa 830 metri di altitudine, immersa nel verde sorge l'abbazia omonima, in assoluto la più celebre e bella tra le abbazie olivetane della Sicilia.
[Info: Distaccamento forestale di Sambuca di Sicilia / Tel. 0925 941194- Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali]
Le tappe del nostro itinerario
Monte Genuardo
Il versante nord-occidentale del monte Genuardo è interamente ricoperto da boschi naturali che si alternano a a zone rimboschite con specie esotiche. I crinali meridionali invece, sono caratterizzati dalla presenza di un fitto leccetto che, di tanto in tanto, lascia spazio a piccoli nuclei di roverelle o a qualche acero campestre ed orniello.
A farla da padrone nel sottobosco sono gli arbusti come il biancospino, la rosa canina, il falso pepe montano, la vitalba, l'edera e altre specie erbacee. Nelle zone più alte, oltre gli 800 metri sul livello del mare, si trovano le roverelle o la prateria montana caratterizzata da molte piante erbacee tra cui spiccano il senecio di Sicilia, le margheritine della pratolina e lo zafferanetto comune.
La Riserva inoltre, ospita alcune piante rare come la bivonea gialla o endemiche come l'evax delle Madonie, o il giaggiolo siciliano. Nelle zone più aride hanno trovato il suo habitat naturale la ferula mediterranea, l'asfodelo e l'asfodeline dorata, che colorano di verde, giallo e rosa queste distese pietrose. Vicino l'ingresso della riserva, in località Bosco del Pomo, si trovano i nuclei di querceti e nei dintorni anche zone rimboschite artificialmente a conifere.
Foto di Mboesch - Opera propria, CC BY-SA 3.0
Sulle sponde dei due piccoli torrenti che attraversano la riserva crescono i lecci, il pioppo nero, il salice pedicellato, la berretta da prete, il carpino nero e fico. Nelle zone ombrose i sassi sono ricoperti da una spessa coltre di muschio, da felce e asplenio maggiore, carice e cerfoglio meridionale. Per quanto riguarda la fauna, tra i mammiferi ricordiamo: la martora, la volpe, la donnola, il quercino e il cinghiale, tipici del bosco siciliano. Si nota la discreta presenza di diversi piccoli roditori e rettili come il ramarro, la lucertola campestre e siciliana, gechi ed emidattili, il saettone e la vipera, unico rettile velenoso presente in Sicilia.
L'avifauna è caratterizzata dalla presenza del lodolaio, una rara specie di falco, del capovaccaio, dello sparviero e del picchio rosso maggiore, delle cince, capinere e ghiandaie, cornacchie grige. Nei laghetti e nei due torrenti vivono le rane verdi e la biscia dal collare.
Lago Arancio
Da non perdere anche il Lago Arancio, un bacino artificiale, realizzato negli anni '50, con la costruzione di una diga, sul fiume Carboj che può contenere fino a 32 milioni di metri cubi di acqua. L'area è di proprietà del demanio dello stato e nel 2000 la gestione naturalistica è stata affidata alla LIPU. Negli anni '80 nelle acque di questo lago si sono disputate le gare mondiali di sci nautico.
Coloro che volessero fare delle escursioni per la riserva potrebbero approfittare dei diversi sentieri tagliafuoco, corredati da indicazioni, che possono essere percorsi a piedi o in mountain bike e che offrono la possibilità di godere di splendidi panorami. Dal 2003 un grande centro visite ricavato da un’antica costruzione in pietra fa da base logistica per le attività didattiche e di accoglienza.
Abbazia di Santa Maria del Bosco - Contessa Entellina
A pochi chilometri da Contessa Entellina, immersa nel silenzio di una selva sempreverde, l'abbazia è un luogo incantato. Si racconta che la prima costruzione fu eseguita da eremiti residenti nel bosco che trovarono, nel tronco cavo di un albero, l'immagine di una Madonna a cui dedicarono l'edificio.
Più tardi il convento ospitò i Padri Olivetani che ne fecero una sede sfarzosa con due ampi chiostri (uno del '500), una chiesa monumentale edificata tra i secoli XVII e XVIII, probabilmente su disegni del Vanvitelli, che conserva preziose opere d'arte.
L'immensa mole del monastero sorse nel breve spazio di cinquanta anni (1593-1646) e, nell'intenzione dell'ordine, doveva essere la più imponente, la più nobile delle abbazie olivetane in Sicilia.
La cittadella di Adranon
Gli appassionati di archeologia possono raggiungere, a circa 7 km da Sambuca di Sicilia e sulla cima di monte Adranone, l'importante zona archeologica di Adranon. La cittadella citata dallo storico greco Diodoro Siculo, con molta probabilità fu fondata da coloni selinuntini nella seconda metà del VI sec. a.C. sui resti di un villaggio indigeno.
Il sito è naturalmente difeso su un lato mentre dagli altri due è circondato da possenti mura. La città custodisce, appena fuori le sue mura, una necropoli, con tombe ipogeiche a camera. Vicino alla necropoli si trova la Porta Sud fiancheggiata da torri e da un'edificioa.
Salendo verso l'acropoli si incontrano un grande edificio a pianta rettangolare e un complesso di magazzini, botteghe ed abitazioni. In cima l'acropoli domina la valle con un panorama splendido sull'abitato di Sambuca ed il Lago Arancio. L'edificio di maggiore rilevanza è il grande tempio punico affiancato a destra da una grande cisterna. La città molto probabilmente fu distrutta nel 250 a.C. durante la Prima guerra Punica.