Nel piccolo borgo di Malvagna...
Per un weekend di relax immersi nella rigogliosa vegetazione del parco dei Nebrodi
Foto di Kondephy - Opera propria, CC BY-SA 4.0
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Malvagna è un piccolo borgo incastonato tra il bosco di Malabotta (facente parte del Parco dei Nebrodi), l'Etna, Taormina e Giardini Naxos. Sorge in una zona montana interna affacciata sulla Valle dell'Alcantara, a 710 metri sopra il livello del mare, ideale per chi volesse trascorrere un weekend all'insegna della serenità e del relax.
I suoi dintorni sono davvero interessanti visto che è possibile effettuare delle belle escursioni presso il vicino Parco dei Nebrodi ed il Parco dell'Etna. Di fronte si può ammirare infatti, in tutta la sua maestosa bellezza il vulcano più grande d'Europa e il Monte Mojo, un altro vulcano oramai non più attivo.
Le sue origini sono antichissime, il ritrovamento di frammenti in bronzo e ceramica testimoniano la presenza di insediamenti umani in questi luoghi che gli archeologi fanno risalire all'età del bronzo (900 a.C.) e ad epoche più recenti come l'età Ellenistica, Romana e Bizantina.
L'attuale Malvagna però, fù fondata nel 1626 da Giovanni Lanza su un latifondo ricevuto in dono dalla madre Silvia Abate. Il borgo si espanse a causa della malaria che minacciava gli abitanti del confinante feudo di Mojo che per evitarla risalirono la costa della collina vicina.
Nel 1627, per disposizione di Filippo IV si trasformò in un Principato dove si stabilirono molti vassalli della zona circostante attratti dall'aria salubre, dal clima temperato e dal territorio fertile. Appartenne alla famiglia feudale dei Lanza fino alla seconda metà del sec. XVIII, poi passò a Salvatore Migliaccio. Tra il 1928 e il 1947 Mojo e Malvagna formarono un unico Comune.
Dal punto di vista turistico, il borgo offre la possibilità d'ammirare il principesco Palazzo dei suoi fondatori, i resti del seicentesco Convento dei Frati Minori e la Chiesetta bizantina a cella tricona risalente all'ottavo secolo e denominata "Cuba".
Le tappe del nostro itinerario
Cuba bizantina
Il nostro percorso inizia a valle del paese dove si possono ammirare i resti di una caratteristica costruzione appartenente a un centro abitato di età alto medievale che prende appunto il nome di Cuba (termine derivante dall'arabo ''kupa'' che significa cupola).
L'edifico sacro trova posto lungo la strada che da Mojo Alcantara conduce a Malvagna, in un piccolo appezzamento di terreno privato, coltivato a vigneto. Si tratta di un edificio sacro di piccole dimensioni che molto probabilmente risale ad epoca bizantina tra il VII/VIII secolo d.C. anche se risulta difficile precisarne il secolo esatto.
La Cuba, molto austera e priva di qualunque ornamento decorativo, si prefigura come un esempio bizantino di cella trichora, infatti essa presenta una pianta quadrangolare con tre absidi disposti ai tre lati della costruzione mentre il quarto lato presenta l'ingresso privo di nartece, un piccolo avancorpo che caratterizza di solito questo tipo di edifici.
Un'altra caratteristica è che le absidi orientale e occidentale (prothesis e diaconicon) sono di diverse dimensioni e sfasate l'una rispetto all'altra. Infine l'abside principale, che solitamente è quello posto nella parete opposta all'ingresso, in questo caso specifico non è rivolto ad oriente, come in genere dovrebbe essere, ma verso settentrione.
Il tetto è costituito da una cupola con il profilo rialzato, realizzata con blocchi di pomice che viene adattata alla pianta quadrata attraverso calottine angolari. La copertura esterna invece, era costituita un tempo da un tetto a padiglione a quattro falde, come testimoniano le basi d'appoggio ancora visibili.
Le arcate che costituiscono gli absidi presentano un alternarsi di basalti e mattoni in laterizio. La muratura è realizzata in pietra lavica non lavorata o solo leggermente sbozzata, legata insieme da malta di buona qualità.
Convento dei Frati Minori di San Giuseppe
ph. Pina e Nicola Sicilia - Panoramio
Un altro monumento da non perdere è il Convento dei Frati Minori di San Giuseppe, fondato nel 1720 da Ignazio Migliaccio, duca di Galizia e Principe di Mazzarino. Oggi purtroppo, nonostante sia stato acquistato dal Comune da più di un ventennio, versa in stato di completo abbandono.
Oltre alla struttura quasi pericolante, rimangono alcuni affreschi nel chiostro e la meravigliosa scultura lignea settecentesca dentro la chiesetta. Tutto il paese attende da anni che il convento venga ristrutturato in modo che possa diventare anche una struttura ricettiva per i turisti.