Novara di Sicilia, il borgo di pietra
Il borgo medievale, tra i Nebrodi e i Peloritani, che gli arabi chiamarono Nouah, "giardino, orto fiorito"
Foto di Malega (Maria Letizia Gagliano) - un gioiello tra Nebrodi e Peloritani, CC BY-SA 2.0
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Lasciando la costa tirrenica e inerpicandosi verso l’interno lungo una contorta strada, dopo un susseguirsi di tornanti si apre alla vista un paese di pietra allungato su un costone roccioso che sbuca dai boschi: è Novara di Sicilia.
Come si può ben immaginare, il nome Novara non è altro che il risultato di una evoluzione etimologica a cui contribuirono i popoli che abitarono questo territorio. Secondo testimonianze storiche, con l’arrivo degli Arabi, la romana Noa passò ad essere Nouah, "giardino, orto fiorito", per indicare la bellezza e la fertilità del luogo.
Il borgo sorge sulla pendice della montagna da cui si scorge l'antica Tindari, in un incantevole scenario naturale a valle di un imponente sperone di roccia, la Rocca Salvatesta, che raggiunge i 1340 m.
Le piccole case affastellate, la trama di vicoli e viuzze talvolta sormontati da archi, i decori delle facciate, l'eleganza dei palazzi, la sontuosità delle chiese danno fascino a un assetto urbanistico d'impronta medievale, hanno fatto sì che Novara entrasse di diritto nel circuito dei Borghi più d’Italia.
Le intricate viuzze (vaelli), per lo più pavimentate in acciottolato stretto tra due file longitudinali di pietra arenaria locale, contribuiscono a valorizzare l'architettura del centro storico.
L'antico Castello, di cui oggi restano i ruderi, era situato su una rupe a strapiombo che conserva immutata la propria bellezza.
Le tappe del nostro itinerario
Il Duomo di Novara di Sicilia
Il Duomo di Santa Maria Assunta (o Duomo di Novara di Sicilia) sorge in piazza Duomo. È la più grande delle chiese di Novara di Sicilia.
Ubicato all'interno del complesso del Duomo si trova un museo che custodisce parte dei corredi in argenti, oro e paramenti sacri in dotazione alla Parrocchia, preziosi soprattutto per la valenza storica e artistica: la giara di Sant'Ugo, un grande turibolo bronzeo a forma di campanile gotico con figure a sbalzo, provenienti questi ultimi dall’antica Abbazia di Santa Maria La Noara. Sono attualmente custoditi presso il Museo della Parrocchia le ceneri, il teschio, i guanti di Sant'Ugo Abate.
Sottostante l'abside si trova una cripta che ospita le mummie di alcuni arcipreti e canonici. La cripta è stata restaurata a cura della Sovrintendenza ed è visitabile durante i giorni di apertura della Chiesa.
Chiesa di San Nicolò
Chiesa di San Nicolò, foto di Effems - Opera propria, CC BY-SA 3.0
Al centro del paese è situata la Chiesa di San Nicolò (secolo XVII) con il suo artistico prospetto in cima a una gradinata in pietra. Nella parte bassa del borgo si trovano invece le Chiese monumentali di San Giorgio Martire e di Sant'Antonio Abate, entrambe a tre navate.
La prima, secentesca, oggi adibita ad auditorium, presenta sulla facciata principale un gioco di rimandi con il colonnato interno su cui poggiano i tetti; interessante il soffitto centrale a cassettoni.
Ancora più suggestiva la cinquecentesca Chiesa di Sant'Antonio, che conserva il portale in stile normanno e la torre campanaria a guglia, sontuosa e finemente decorata, oltre a custodire statue lignee e dipinti su tela.
Chiesa di Sant'Antonio, foto di Effems - Opera propria, CC BY-SA 3.0
Palazzo Salvo Risicato
Foto www.typicalsicily.it
Tra i tanti edifici civili di rilievo meritano attenzione il Palazzo Municipale (ex Oratorio di San Filippo Neri), il Palazzo Stancanelli che si affaccia sulla piazza principale, vero salotto del borgo, e il Palazzo Salvo Risicato sulla via Duomo, superbo ed elegante edificio, sede del Museo territoriale.
Abbazia di Santa Maria La Noara
Al limite sud est del Paese resiste l'Abbazia di Santa Maria La Noara (o di Vallebona) fondata nel secolo XII da Sant'Ugo Abate sotto re Ruggero II. Secondo alcuni storici Santa Maria di Novara fu fondata nel 1137, per iniziativa dello stesso Ruggero II che incaricò dei monaci basiliani.
Nel 1172 il monastero entrò sotto la giurisdizione dell'Ordine cistercense come figlia dell'Abbazia di Santa Maria della Sambucina, situata in Calabria nel comune di Luzzi. Santa Maria di Vallebona fu madre dell'Abbazia di Santa Maria di Roccamadore, fondata nel 1193 per volontà del normanno Bartolomeo de Luci, e dell'Abbazia di Santa Maria di Spanò fondata nel 1263 per volontà di Nicola di Troina, nella linea dell'abbazia francese di Clairvaux.
Nel 1784 la comunità religiosa dell'abbazia si trasferì a Roccamadore, probabilmente a causa della soppressione del monastero voluta dai Borboni.
A circa cinque chilomentri da Novara sorge il piccolo borgo cistercense di Badiavecchia. Qui si può osservare quello che è rimasto dell'Abbazia di Nuara, probabilmente la prima edificazione cistercense in Sicilia.
In essa sono presenti molti segni dell'architettura specifica dell'ordine dei monaci cistercensi, improntata alla sobrietà. All'interno sono visibili grandi archi scarni e, accanto all'altare, una porta in pietra, alta, segno della presenza di un antico torrione arabo.