Prizzi, lo smeraldo dei Sicani
Autentico museo a cielo aperto che di giorno sembra un nido d'aquile e di notte un presepe
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A circa 1.000 metri sul livello del mare, in una splendida posizione panoramica che si apre sulle vallate del fiume Sosio e del fiume Vicaria, sorge Prizzi, lo smeraldo dei Sicani. Il paese, i cui confini sono delimitati dalle vicine Corleone e Palazzo Adriano, è il luogo ideale per trascorrere qualche giorno di vacanza in tutte le stagioni ma soprattutto in inverno quando il panorama si imbianca di neve assumendo tutte le caratteristiche del tipico paesaggio nordico da cartolina con i tetti a spiovente delle case, i vicoli e le stradine uniformemente colorate di bianco.
Chi va a Prizzi lo fa per respirare aria pura, per rilassarsi lontano dal rumore della città e immergersi nell'ambiente suggestivo e incontaminato delle sue riserve naturali, o per gustare gli squisiti prodotti enogastronomici locali come il pecorino stagionato, il caciocavallo o 'u tumazzo dal caratteristico sapore piccante, accompagnati magari da un buon bicchiere di vino rosso locale.
La Valle del Sosio, attraversata dall'omonimo fiume, è una delle riserve naturali di Prizzi, da tempo meta di tanti studiosi, che vi ammirano l'irripetibile fauna fossile del Permiano (280-225 milioni di anni fa). Un'altra riserva naturale di Prizzi è quella di Monte Carcaci (alto 1.196 metri sul livello del mare) che in autunno è sorvolato dalle gru e popolato da tanti rapaci oramai rari come aquile, falchi e capovaccai. Luogo meritevole di attenzione dal punto di vista naturalistico è inoltre, il Lago di Raia, un bacino artificiale con una capacità di 9 milioni di metri cubi d'acqua, formatosi grazie alla realizzazione di una diga alta 40 metri.
Le tappe del nostro itinerario
Castello di Prizzi
Prizzi è riuscita a mantenere nel tempo un tipico assetto medievale con un dedalo di vicoli e scalinate tra le quali spiccano diversi edifici sacri ed i resti di alcuni edifici civili. Il centro abitato originario molto probabilmente nacque attorno al nucleo fondamentale del Castello dopo il 745 e si sviluppò a semicerchio grazie ai Bizantini, che sentivano fortemente la necessità di edificare presidi militari per difendersi dal pericolo musulmano.
Dal castello era possibile controllare l'intera Valle del Sosio, mandare e ricevere segnali di fuoco e di fumo. Il centro storico, che è una sorta di museo a cielo aperto, costituisce un mirabile esempio di architettura montana con le sue case aggrappate alla roccia e la verdeggiante vallata del Sosio sottostante. E' eccezionale l'effetto scenico del paese che di giorno sembra un nido di aquile e di notte un presepe.
Chiesa Madre
Dal punto di vista artistico la città offre un ricco ventaglio di offerte a cominciare dalla cinquecentesca Chiesa Madre intitolata a San Giorgio, che fu edificata dai Chiaramontani su di un preesistente edificio religioso. Suddivisa in tre navate da due file di quattro colonne rosse, custodisce sull'altare maggiore la splendida statua di San Michele Arcangelo realizzata da Antonello Gagini.
Chiesa del Santissimo Crocifisso
La Chiesa del S.S. Crocifisso costruita intorno al XVII secolo sulla Piazza dei Comizi, è una delle più antiche e la più maestosa chiesa di Prizzi. La facciata esterna presenta tre porte, un campanile di forma quadrata alto 25 metri, la cui cupola conica è ricoperta da ceramiche policrome. L'interno è a tre navate, sostenute da 10 colonne di marmo. Nelle navate laterali si aprono cinque cappelle per lato che accolgono le statue del Cristo Risorto, di Santa Lucia, di San Giuseppe e dell'Addolorata.
Chiesa SantAntonio Abate
Da non perdere la Chiesa Sant'Antonio Abate, del 1656, ad una navata, che conserva la tavola della Vergine, detta volgarmente dell'Itria o dell'Idria, la 'Guidatrice', di eccezionale valore per la posa orientaleggiante di stile bizantino della Madre e del Bambino. L'altro tesoro della Chiesa è il gruppo marmoreo, infiorato d'oro, della Madonna con Gesù Bambino sull'altare maggiore, attribuita ad Antonello Gagini.
Chiesa di Santa Maria del Carmelo
Autentici capolavori sono la Chiesa di Santa Maria del Carmelo e il Convento dei Carmelitani. Entrambi sono attigui al moderno cimitero monumentale e ai ruderi del muro di cinta del maestoso chiostro dell'Abbazia normanna di Sant'Angelo. La Chiesa a croce latina è dedicata alla Madonna del Carmelo e sull'altare maggiore ospita il venerato simulacro di Maria SS. del Carmelo, ai lati quelli di S. Elia e di S. Eliseo.
Meritevoli di essere visti sono inoltre, i murales che adornano le pareti di alcune case del centro storico, commissionati dal comune nel 1989 a tre artisti siciliani: Totò Bonanno, Franco Nocera e Mario Bardi che hanno reinventato l'aspetto di parti del tessuto urbano.
Frazione di Prizzi è il borgo di Filaga, un ricercato centro dì villeggiatura estiva. Nel territorio del borgo sono presenti ancora esempi dell'antica cultura rurale come gli antichi 'pagliari', il Castello di Margana con il più minuto 'palummaru'.
Museo Archeologico
Prizzi sorge proprio di fronte la Montagna dei Cavalli, detta anche di San Lorenzo. Secondo alcuni archeologi su tale montagna sorgeva l'antica Hyppana, città greca che nel 258 a.C. venne conquistata dai Romani perché alleata dei Cartaginesi. Secondo altri invece si tratterebbe soltanto di un'assonanza del nome tra Montagna dei Cavalli e Hyppana. In ogni caso è certo che Monte San Lorenzo custodisce i resti di un grosso centro di età ellenistica e tracce di insediamenti umani arcaici. La cittadella deteneva un florido commercio tramite il fiume San Leonardo e il fiume Sosio con Eraclea Minoa, Selinunte e altri centri del Mediterraneo ed era dotata di un teatro.
Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce molte monete antiche del periodo ellenistico di Siracusa, Agrigento, persino della Campania; ceramiche ellenistiche a vernice nera e una placchetta in argento dorato raffigurante una divinità bifronte, probabilmente appartenente ad un pugnale rituale. Il 20 Maggio 2000 il Comune di Prizzi ha inaugurato un Museo Archeologico che custodisce i reperti archeologici provenienti dagli scavi effettuati sulla Montagna dei Cavalli e comprende anche una sezione paleontologica e una mineralogica.