San Marco d'Alunzio, il borgo di marmo rosso
Secondo la leggenda tramandataci da Dionigi d’Alicarnasso... Nel villaggio sul monte Rotondo, lezioni di storia dell'arte
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San Marco d'Alunzio, antichissimo paese della provincia di Messina, sorge su di un colle del Parco dei Nebrodi e si affaccia sul Mar Tirreno, con un magnifico scenario visivo che spiazza dalle isole Eolie a Palermo.
Riconosciuto come uno uno dei Borghi più belli d'Italia, nel paese si contano ventidue chiese, quattro musei, quattro biblioteche ed un tempio greco del IV secolo a.C. dedicato ad Ercole.
Foto di Goldmund100 - Opera propria, CC BY-SA 3.0
Le case di San Marco d'Alunzio sorgono addossate al monte Rotondo, quasi scavate nella roccia stessa. Il sottosuolo dell'abitato, così come il territorio circostante è costituito da un particolare marmo ricco di venature, largamente utilizzato per costruzioni, rivestimenti e pavimentazioni. Il marmo è di un bel colore rosso con venature bianche e viene tutt'ora esportato in tutto il mondo.
Secondo la leggenda tramandataci da Dionigi d'Alicarnasso, l'antica Alontion fu fondata da Patron dei Thuri che, dopo l'incendio di Troia peregrinando nel Mediterraneo, si spinse insieme ad Enea fin sulle coste settentrionali della Sicilia e vedendo questo colle decise di fondarvi una colonia.
Chiese, monumenti e musei, insieme all'aria purissima e ai panorami stupendi che il borgo offre, rendono San Marco d'Alunzio, un paese da scoprire, visitare, conoscere.
Le tappe del nostro itinerario
Chiesa di San Teodoro
Edificata tra l’VIII ed il IX secolo, la chiesa faceva parte del monastero benedettino detto Badia Piccola (per distinguerlo da quello della Badia Grande). La planimetria della chiesa a croce greca, presenta un ottagono centrale e quattro robusti pilastroni i quali sorreggono altrettanti archi ribassati su cui poggia un tamburo chiuso dalla cupola.
Il primo braccio della croce greca è ricoperto da una volta a botte, sulla quale si trova un piano pavimentato che permetteva alle monache di clausura di partecipare alle funzioni religiose attraverso gelosie in legno recentemente restaurate. Vi si trovano meravigliose raffigurazioni bibliche in bassorilievo, realizzate da don Corrado Oddo nel XVIII secolo, che rappresentano Giuditta vincitrice di Oloferne, La manna nel deserto, e quattro scene raffiguranti la Parabola del figliol prodigo. Vi sono custodite inoltre alcune tele tra cui il martirio di S.Teodoro e sull’altare Maggiore, si erge un prezioso ciborio in legno dorato con tabernacolo in argento del XVIII sec.
Museo della Cultura e delle Arti figurative Bizantine e Normanne - Presso l'ex Monastero delle Benedettine è ospitato il Museo della Cultura e delle Arti figurative Bizantine e Normanne, istituito nel 1997. Unico per tipologia in Sicilia, ha una struttura architettonica di grande interesse, articolandosi in tre Sezioni: Archeologica, Arti figurative bizantino-normanne e Medioevo nei Nebrodi.
La Sezione "Archeologica" comprende un ricco lapidario di epoca greco-romana, numerosi elementi architettonici nonché reperti ceramici risalenti al periodo che va dal IV sec. a.C. al III sec. d.C..
La Sezione "Arti Figurative Bizantino-Normanne" è ubicata nell'ex chiesetta detta dei "Quattro Santi Dottori della chiesa d'Oriente" per via dei pregevolissimi affreschi che raffigurano questi personaggi della chiesa orientale. Qui, è stato ricostruito il ciclo pittorico proveniente dall'abside centrale della chiesa normanna del S. Salvatore extra moenia. Nello stesso salone è custodito un altro affresco proveniente dalla ritrovata chiesetta dedicata a S.Basilio di Cesarea. Le pitture "a fresco" qui collocate offrono occasioni di confronto con altri esemplari della pittura medievale di area nebroidea.
I visitatori avranno anche la possibilità di visitare virtualmente il Museo Bizantino e Cristiano di Atene, grazie alle due postazioni multimediali realizzate con il progetto comunitario, presentato da questo Museo nel quadro del programma comunitario "Raffaello", intitolato "Interactive Network of Bizantyne Art" ed in cooperazione trasnazionale con il Museo Nazionale Bizantino di Atene e con l'Istituto di studi bizantini e neollenici dell'Università di Vienna.
Nell'area circostante il Museo e la chiesa di S.Teodoro sono state rinvenute alcune cisterne di età ellenistica ed un pavimento a mosaico ellenistico-romano che, opportunamente illuminati, fungono da itinerario esterno all'edificio che ospita le sale del Museo. [www.museo.comune.sanmarcodalunzio.me.it]
Chiesa Madre
La Chiesa Madre, costruita tra il 1584 ed il 1800 e dedicata a San Nicola di Bari, con il suo sagrato domina il quartiere medievale di San Marco d’Alunzio. L’interno, ad una sola navata ed in marmo rosso San Marco, presenta 12 cappelle laterali dalla linea architettonica cinquecentesca ricche di tele, statue lignee ed altre opere del periodo barocco. Nell’altare Maggiore si può ammirare un tabernacolo marmoreo tardo-rinascimentale ornato con degli angeli.
Chiesa di Santa Maria in Aracoeli
La chiesa dell’Aracoeli, edificata intorno al XII sec., dopo l’espulsione dei saraceni da S. Marco, per volere di un Giudeo convertito al cattolicesimo, fu destinata alla nazione greca. Piccola alla fondazione, questa chiesa fu ristrutturata ed ingrandita nel 1494 e nel 1630.
La struttura, a 3 navate divise da colonne in marmo rosso di S. Marco, presenta soffitto a volta reale ed un magnifico portale barocco, anch’esso in marmo locale. Vi si trovano diverse cappelle fra cui quella di destra sul transetto dove, tra putti, angeli e statue marmoree, di scuola serpottiana, è custodito un miracoloso Crocifisso ligneo opera di Mastro Simioni Livolsi, scultore di Tusa la cui processione, istituita nel 1612, si ripete ancora l’ultimo venerdì di marzo con l’antico rituale.
Nella cappella di sinistra invece, si trova la cappella del SS. Sacramento con il suo tabernacolo in legno dorato opera di don Corrado Oddo. Degno di ammirazione, l’altare in marmo realizzato con vari motivi cromatici, dedicato alla Madonna Assunta.
Tempio di Ercole
Il tempio greco di Ercole fu edificato nel IV sec. a.C. su un gradone roccioso prospiciente l’abitato. Per valenza storico-artistica ed architettonica esso è sicuramente uno dei monumenti aluntini più importanti in quanto, essendo l’unico ben conservato della provincia di Messina, rappresenta una grande testimonianza dell’età classica nel messinese.
Utilizzato molto probabilmente per attività sportive collegate al culto di Ercole, era in stile dorico, a pianta rettangolare, con pronao sul fronte, stuttura "in antis" e con muri laterali terminanti in due ante tra le quali si innalzavano due colonne. La sua costruzione, con struttura isodoma, è in conci rettangolari di pietra tufacea, un particolare tipo di travertino spugnoso estratto, probabilmente, da una cava presente nella valle del Rosmarino.
All’inizio del 1600 il portale fu arricchito di fregi e decorazioni marmoree di gusto barocco, ma nei secoli successivi la chiesa subì gravi danni, raggiungendo il totale abbandono nel XIX secolo quando vennero prelevati molti blocchi per essere utilizzati in altre costruzioni. Oggi esiste la sola cella, zona sacra riservata ai sacerdoti, (posizionata originariamente all’interno di una vasta area sacrificale) e trasformata dai normanni in chiesa cristiana dedicata a San Marco Evangelista, che mantenne il ruolo di Matrice fino al secolo XVI.
Il restauro del 1969 ha permesso a questo antico tempio dorico di continuare a vivere sfidando i secoli.
Ruderi del Castello Normanno
Nella parte più alta dell’abitato possiamo ancora oggi ammirare gli imponenti ruderi del castello di San Marco fatto edificare da Roberto il Guiscardo a partire dal 1061 sui resti di un antico castello preesistente.
Eretto sulla cima del monte Rotondo in una posizione strategica tale da permettere il controllo della costa tirrenica da Cefalù a Capo d’Orlando e fino alle isole Eolie, esso divenne ben presto un avamposto militare di primaria importanza. Dal 1090 al 1112, essendo il castello ben difeso e fortificato, divenne la residenza degli Hauteville (in modo particolare di Adelasia, terza moglie del re Ruggero, nonchè madre e reggente di Ruggero II), ma anche un luogo sicuro tanto che in seguito, vi si rinchiusero i cospiratori più importanti della congiura contro il cancelliere Stefano de Pérche.
Numerose pergamene documentano ancora oggi la presenza degli Altavilla nel castello di San Marco. Il recente restauro delle mura di questo castello, nonché il recupero della piazza e dei vicoli adiacenti, ne hanno fatto il fiore all’occhiello del paesino rendendola meta obbligata per turisti e giovani sposi.