Scoprire Acireale: dai mitici Ciclopi alla ricchezza barocca
Una passeggiata nel centro della città più volte distrutta dai terremoti e ricostruita sempre più bella
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Costruita in un altopiano su di un terrazzo di origine lavica (la Timpa), Acireale sorge a metà della costa Ionica siciliana, ed esattamente sulla Riviera dei Ciclopi, alle pendici meridionali dell'Etna.
Foto di Emilioba93 - Opera propria, CC BY-SA 3.0
Il nome della città deriva dalla mitologia greca, in cui vi era posto per un personaggio chiamato Aci. Questi era un pastore di cui si innamorò la ninfa Galatea, di cui a sua volta era innamorato il ciclope Polifemo che schiacciò il rivale sotto un masso. Dal sangue del pastore nacque un fiume chiamato Akis dai greci, prevalentemente sotterraneo.
Foto di gnuckx - Islands of the Cyclops at Dawn Sicily Italy - Creative Commons by gnuckx, CC BY 2.0
Si narra che Acireale e le altre Aci trassero la propria origine da Xiphonia, una misteriosa città greca oggi del tutto scomparsa. I poeti Virgilio e Ovidio fecero risalire il mito della fondazione alla storia d'amore tra Galatea e Aci, ucciso per gelosia dal ciclope Polifemo.
Nel Medioevo il borgo si consolidò attorno al castello di Aci e solo nel Trecento una decina di nuclei familiari si spostarono più a nord, dove nacque Aquilia (Aci d'Aquila) o Aquilia Nuova, primo punto stabile dell'odierna città. Il Cinquecento fu importantissimo per Aquilia Nuova, dove si consolidò un forte ceto mercantile che portò una notevole ricchezza alla città e si insediarono diverse corporazioni ed ordini religiosi lasciando una impronta tanto indelebile che ancora oggi spesso viene citata come "la città dalle cento campane".
Oggi è nota per il Carnevale di Acireale, che attrae migliaia di visitatori data la presenza, accanto ai carri allegorico-grotteschi e ai gruppi mascherati in sfilata, dei carri infiorati, prerogativa tipica acese.
Le tappe del nostro itinerario
La Cattedrale di Acireale
Foto di Leandro Neumann Ciuffo - Duomo de Acireale, CC BY 2.0
La Cattedrale di Acireale è ubicata nell'articolata piazza del Duomo, su cui prospetta anche la Basilica dei Santi Pietro e Paolo.
Dedicata a Maria Santissima Annunziata, è il luogo del culto, introdotto nel 1651, di Santa Venera, patrona di Acireale, di cui conserva le reliquie in una fastosa cappella.
La chiesa è a croce latina, a tre navate. I due campanili svettanti ai lati della facciata, pur identici, non sono coevi.
Di rilievo gli affreschi interni alla Cappella di Santa Venera, nel transetto e nei pennacchi della cupola. La cattedrale accoglie inoltre monumenti funebri di alcuni personaggi legati alla storia della città.
Incastonata nel pavimento del transetto si trova una meridiana realizzata da Christian Heinrich Friedrich Peters (1843) ed ornata con i simboli dello zodiaco da Giovan Francesco Boccaccini.
Basilica dei Santi Pietro e Paolo
Foto www.typicalsicily.it
La Basilica dei Santi Pietro e Paolo fu costruita nel 1550 e ricostruita nel 1608. Ha un prospetto barocco progettato nel 1741. Il campanile è del XIX secolo; un secondo campanile, pur se progettato non venne mai realizzato.
L'interno, a navata unica, fu ristrutturato dopo il terremoto del 1818. Vi si trovano alcune tele di Pietro Paolo Vasta, di Giacinto Platania ed una statua del Cristo alla Colonna, di autore ignoto, molto venerata in città e tradizionalmente portata in processione ogni 70 anni. Nel giugno del 1933 papa Pio XI l'ha elevata alla dignità di basilica minore.
Palazzo Municipale
Foto di I, Sailko, CC BY-SA 3.0
Il Palazzo del Municipio (o Loggia Giuratoria) si trova in piazza Duomo. Il palazzo venne iniziato nel 1659 e ricostruito dopo il terremoto del 1693 su disegno di Costantino Larcidiacono tra il 1783 e il 1785. Fu nuovamente danneggiato dal terremoto del 1818 e sistemato definitivamente nel 1908.
Il prospetto principale, sulla piazza del Duomo, è in stile tardo barocco. Al pian terreno vi è una lunga balaustra interrotta soltanto dal portale d'ingresso. Al primo piano i balconi, dalle ringhiere in ferro battuto, sono sorretti da mascheroni barocchi.
Nel palazzo ha la sua sede ufficiale, sin dal 1833, nel gabinetto di lettura al pian terreno, l'Accademia di scienze, lettere e belle arti degli Zelanti e dei Dafnici. Nella sala Costarelli invece è ospitato il Museo delle uniformi, una mostra permanente di uniformi storiche a partire dal XVIII secolo.
Palazzo Modò
Il Palazzo Modò (ex Teatro Eldorado) è un palazzo, che non prospetta direttamente sulla piazza ma ne è defilato. Della originaria struttura rimangono due balconi con reggimensole baroccheggianti, dei "mascheroni" ed il nome del teatro Eldorado, realizzato al suo interno nel 1909 ed attivo sino al primo dopoguerra.
Basilica collegiata di San Sebastiano
Foto www.vdj.it
Il primo cantiere per la costruzione della Basilica di San Sebastiano venne aperto nel 1609 e la chiesa completata nel 1644 con sussidi del municipio e offerte dei fedeli. Il tempio venne largamente ristrutturato dopo il terremoto del 1693, tra il 1699 e 1705, assumendo l'aspetto attuale. La chiesa fu elevata a collegiata con bolla pontificia del 20 novembre 1924.
La facciata, realizzata su disegno di Angelo Bellofiore, intarsi di Diego e Giovanni Flavetta, ha più ordini e presenta un fregio con quattordici putti che reggono festoni.
L'interno, a croce latina, è ricco di affreschi di Pietro Paolo Vasta, nel transetto e nel coro con alcune scene della vita del santo, nella cappella del Santissimo Sacramento con scene della vita del Cristo, e nel tamburo della cupola.
Nelle sale adiacenti la sacrestia è allocato il Museo del Tesoro. Nella prima sala si conservano opere di manifattura siciliana, opere del Vasta e di Giovanni Lo Coco. Nel grande armadio centrale del 1811 è conservato un tronetto in argento in stile rococò del 1767. Nella seconda e terza sala sono raccolti ex voto offerti a San Sebastiano e i reliquiari a braccio del Santo, oltre a preziosi vasi sacri. Inoltre sono esposti i gioielli che adornano, durante la festa religiosa, la statua di San Sebastiano e alcuni paramenti sacri con ricchi ricami in oro.
La terza sezione del museo è ospitata nella settecentesca cripta, che serve da sala conferenze e concerti, che già nel 1704 aveva ospitato per una decina d'anni l'Accademia degli Zelanti. Qui sono conservati alcuni dipinti, tra cui "San Pasquale Baylon" di Matteo Desiderato, assieme ad delle statue lignee di particolare pregio.
Chiesa di SantAntonio di Padova
La chiesa di Sant'Antonio di Padova si trova nel centro cittadino, in via Vittorio Emanuele II. La chiesa, ritenuta la più antica della città, venne costruita dopo l'epidemia di peste del 1466, e dedicata a San Sebastiano martire. Venne poi dedicata a sant'Antonio di Padova il 13 luglio 1652, in seguito a un accordo tra la confraternita di Sant'Antonio e quella di San Sebastiano, compatrono della città, a cui venne dedicata la costruenda e più ampia basilica.
La chiesa di Sant'Antonio venne ricostruita dopo il terremoto del 1693 e dell'antico edificio rimane il pregevole portale in stile gotico.
Gli affreschi all'interno sono di Pietro Paolo Vasta, che nel 1755 vi fu colpito da apoplessia mentre dipingeva la volta. L'opere fu proseguita dal figlio, Alessandro Vasta, autore del quadri ad olio di Sant'Antonio di Padova, dello Ecce Homo e della Vergine Immacolata. I quadri Santa Cecilia e San Cristoforo sono di Michele Vecchio.
Terme di Acireale
Le Terme di Acireale sono state fondate nel 1873. Secondo la tradizione già gli antichi Greci avevano edificato delle terme denominate forse Xiphonie, che poi vennero ampliate dai Romani (al riguardo si trovano cenni sia nel de Aetna di Cornelio Severo che nel Giardino di Esculapio di Filippo da Tessalonica). Lo sfruttamento proseguì con i Bizantini e sino all'invasione araba. Gli edifici vennero probabilmente abbandonati dopo il terremoto del 1169. I resti del complesso oggi sono visitabili nell'area archeologica di Santa Venera al Pozzo.
Nel 1873 venivano inaugurate le nuove terme dal barone Agostino Pennisi di Floristella alla periferia sud, dedicate a santa Venera. Il complesso fu costruite in stile neoclassico con giardino all'inglese. Grazie alle terme Acireale divenne un centro termale di una certa notorietà e ospitò alcuni importanti personaggi quali Richard Wagner e famiglia (1882), Ernesto Renan, il re Umberto I e la regina Margherita (1881), il granduca ereditario di Baden e l'insigne medico Antonio Cardarelli. Nel 1951 le terme vennero acquisite dalla Regione Siciliana.
Le terme sfruttano la stessa acqua di tipo solfurea, salsobromoiodica e radioattiva utilizzate dalle terme romane, tramite un sistema di captazioni. Sono assai efficaci nella cura di malattie osteoarticolari, reumatiche e dermatologiche.