Un giro per Ballarò, che è anche il quartiere dei murales d'artista
La zona del più antico mercato popolare di Palermo è diventato l'enorme tela di 5 artisti palermitani
Foto SOS Ballarò
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Tutto è cominciato nella zona dell'Albergheria, quartiere di Palermo che ospita Ballarò, il mercato popolare più antico di Palermo. E tutto è cominciato con una grande pittura murale raffigurante San Benedetto il Moro che, insieme a Santa Rosalia, la Santuzza di Palermo, è santo patrono del Capoluogo Siciliano.
Il gigante nero di 16 metri, dalla capigliatura afro anni '70, un saio celeste e le scarpe da calcetto, è stato dipinto da Igor Scalisi Palminteri, pittore palermitano molto attivo nel sociale e "cittadino di Ballarò", insieme ai bambini del centro sociale San Francesco Saverio.
L'opera è stata poi inaugurata in occasione della festa di avvio del "Mediterraneo Antirazzista", manifestazione sportiva che promuove le relazioni interculturali tra le diverse componenti Palermo.
Un murale che la gente del rione ha apprezzato particolarmente, tanto da stimolare l'artista a fare qualcosa di più. "Cca ci stassi buona Santa Rosalia" (qua starebbe bene Santa Rosalia), avrebbe detto uno di Ballarò a Scalisi Palminteri, guardando un altro muro spoglio.
Ed è così che il pittore ha deciso di chiamare un gruppo di artisti suoi amici (Alessandro Bazan, Fulvio Di Piazza, Andrea Buglisi e Angelo Crazyone) a dipingere altri muri dell'Albergheria, fino a realizzare uno straordinario percorso di Street Art che di seguito vi segnaliamo, invitandovi a visitarlo…
Le tappe del nostro itinerario
Santa Rosalia
Foto SOS Ballarò
E cominciamo proprio dalla Santa Rosalia realizzata da Igor Scalisi Palminteri che si trova in Vicolo dei Benedettini, vicino via Mongitore e San Giovanni degli Eremiti.
La figura della santa, incorniciata da una nicchia dorata, ricopre l'intera facciata cieca di un complesso abitativo di cinque piani. Al centro della figura, all'interno di un cerchio bianco, un teschio, uno dei simboli iconografici della Santuzza.
Igor Scalisi Palminteri è nato a Palermo nel 1973. Diplomato in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Palermo ha esposto a numerose mostre collettive e personali a Palermo e in altre città italiane ed europee.
Ha diretto molti laboratori di arti visive pensati per la fascia di età infantile e adolescenziale. Insignito del premio per la migliore fotografia indetto dal Ministero per l'Alta Formazione, conduce una ricerca che si esprime attraverso diversi linguaggi, pittura, fotografia e video.
Nella sua opera, sia pittorica che fotografica, il tema dell'identità, dell'equilibrio psico-fisico, dell'alterità, intesa anche come santità, martirio, devozione, è analizzato con grande sensibilità, secondo un'ispirazione metafisica, sebbene le sue composizioni trovano forma nella figurazione di maniera.
Colibrì che spinge un masso
Foto SOS Ballarò
Il secondo murale si intitola "Colibrì che spinge un masso", è stato dipinto da Andrea Buglisi e si trova nel lato di una palazzina in via Luigi Villanueva (angolo via Giovanni Di Cristina).
Nel murale di Buglisi leggiamo la figura del piccolo colibrì come la forza della Libertà artistica capace di smuovere enormi massi; come se, le tante macerie che ancora contraddistinguono il quartiere dell’Albergheria, venissero trasportate lontano dai colori e dalla fantasia.
Andrea Buglisi (Palermo, 1974), si diploma in Decorazione all'Accademia di Belle Arti nel 1998 con una tesi sulla Street Art. Attualmente insegna Discipline Pittoriche al Liceo Artistico "E. Catalano" di Palermo. Artista attivo dal 2000, si occupa di principalmente di Pittura, con particolare attenzione alle contaminazioni e ibridazioni fra questa e gli altri media espressivi.
Descrive la sua ricerca come: "Una specie di trappola visiva. Tendo ad attirare l'osservatore con immagini accattivanti sotto il profilo cromatico e compositivo che strizzano l'occhio al design e all'advertising. Ad uno strato più profondo di lettura si scorge però qualcosa di inquieto che, attraverso il binario privilegiato dell'ironia, veicola un messaggio critico nei confronti della società con le sue convenzioni e nevrosi collettive."
Le opere di Andrea Buglisi sono state presentate in mostre personali e rassegne in Italia e all'estero. (Riso, Museo d'Arte Contemporanea della Sicilia, Mart museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Stadtgalerie di Kiel, Museum Kunstpalast di Düsseldorf, Biennale di Venezia etc.). Vive e lavora a Palermo.
Icone tra sacro e profano della palermitanità, una veduta di Ballarò
Foto SOS Ballarò
Salendo da Corso Tukory (direzione università) si incontra il murale di Alessandro Bazan intitolato "Icone tra sacro e profano della palermitanità, una veduta di Ballarò".
Bazan, in una larga parete orizzontale, ha dipinto una miriade di personaggi - tanto accalcati da diventare essi stesso spazio - tutti con le teste all’insù, a guardare un punto indefinito al di fuori dal muro, verso il cielo palermitano (che aspettino di veder passare il colibrì di Buglisi?).
È La gente di Ballarò, che Bazan ha ritratto con la sua inconfondibile pennellata per raccontare ai passanti la vita vissuta nella confusione vitale di quei luoghi, tra cronaca, arte e cinematografia.
Alessandro Bazan (Palermo, 1966) è un pittore e docente palermitano. Si è diplomato all'Accademia di belle arti di Urbino nel 1987.
Pittore figurativo, esponente e capofila dagli anni '90 della cosiddetta "Scuola di Palermo" (insieme a Francesco De Grandi, Fulvio Di Piazza e Andrea Di Marco), è tra i primi pittori siciliani a riscoprire la pittura di Guttuso, reinterpretandola e mescolandola con riferimenti alla cultura pop e cinematografica. Sue opere fanno parte della permanente del Museo di Arte Contemporanea di Palermo a Palazzo Riso.
È docente di "Fenomenologia del corpo, Elementi di morfologia e dinamiche della forma, Anatomia dell'immagine, Anatomia artistica e Disegno per la scultura " presso l'Accademia di Belle Arti di Palermo.
Franco Franchi
Foto SOS Ballarò
In uno dei vicoli più suggestivi di Ballarò, Vicolo Gallo, troviamo il murale di Angelo Crazyone che raffigura il personaggio iconico per eccellenza del quartiere: Franco Franchi.
Il murale sull’attore comico, amatissimo dai palermitani e che proprio a Ballarò cominciò ad esibirsi, rappresenta un’immagine tratta dal film "I due figli di trinità" (del 1972, per la regia di Osvaldo Civirani) immortalato in una delle sue esilaranti espressioni tipiche.
Interessante la tecnica utilizzata dall’artista, quella dello spray e stencil retinato su muro, che inganna e stimola la percezione dell’osservatore in virtù della distanza alla quale si pone ad ammirare il dipinto.
Angelo Genova in arte Crazyone, nasce a Caltanissetta nel 1990. Si diploma all'Istituto Statale d'Arte "F. Juvara" di San Cataldo (CL) e studia "Design Grafico" all'Accademia di Belle Arti a Palermo.
Nel 2003 muove i suoi primi passi in campo artistico iniziando a praticare lo "Street-writing". La sua pratica pittorica proviene da un'esperienza metropolitana e col passare degli anni l'artista si cimenta in discipline convenzionali apertamente legate al gusto della Street Art, dove sviluppa esperienze più mature e complete sotto il profilo artistico.
Nel giro di pochi anni ha partecipato a importanti convention e mostre collettive, realizzando inoltre diverse opere di committenza pubblica. Pratica la Street Art servendosi di una molteplicità di tecniche, creando opere che esprimono una predilezione per le forme geometricamente complesse, da cui traspare il velo della sofferta esperienza e il bisogno concitato e ribelle - e talora intransigente - della giovane età nell'impatto, spesso irruente, della volontà di dialogo col mondo che lo circonda.
La merce del mercato
Foto SOS Ballarò
In via Porta Sant’Agata, infine, si trova la vorticosa opera di Fulvio Di Piazza. Il murale si intitola "La merce del mercato" ed è una gigantesca tromba marina formata da una miriade di pesci di ogni tipo e ogni colore (sono i pesci ad aver creato la tromba marina o è quest’ultima che ha trascinato loro?).
Tra il surreale e il fumettistico, il murale di Di Piazza mette sotto gli occhi di tutti i passanti la tipologia di merce tipica del mercato di Ballarò, ossia quel pesce tanto fresco da essere venduto ancora "vivo, vivo!".
Fulvio di Piazza (1969) vive e lavora a Palermo, nella nera Sicilia magmatica e popolata da mille paesaggi. È un pittore con uno stile classico, che dipinge rigorosamente olio su tela o tavola, anche se ha realizzato sculture dove carta e pietra si incontrano.
Si resta ingannati dalle sue opere, sia per la loro grandezza, sia per l'accumulo di oggetti, personaggi, dettagli, in un eterno ripetersi di forme antropomorfe che vogliono confondere l'attuale percezione dei piani stilistici.
L'inganno più sublime viene dal colore, vivo, pulsante, piegato alla vanità delle forme alle quali da vita, l'ossessione di rappresentare nella fissità di un quadro le cose in perenne mutazione come le nuvole o il magma, la sensazione dello scorrere del tempo di fronte all'immobilità della scena.