Un viaggio nel Parco Culturale Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Sulle orme del Gattopardo partendo da Palermo per arrivare a Palma di Montechiaro
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L'itinerario che state per leggere ci porterà a percorrere la Sicilia occidentale alla ricerca dei luoghi in cui lo scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957) si ispirò per scrivere il suo unico romanzo e capolavoro, "Il Gattopardo".
Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa - Comprende un vasto territorio della Sicilia occidentale che da Palermo, dove lo scrittore nacque e scrisse "Il Gattopardo", si estende sino a Santa Margherita di Belice (Ag) nello splendido palazzo Filangeri Cutò, dove l'autore trascorse l'infanzia, e a Palma di Montechiaro (Ag), feudo di famiglia.
Nato nel 2001, il Parco si pone l’obiettivo di suggerire un viaggio all’interno del mondo dello scrittore, alla ricerca dei luoghi descritti o solo evocati nella sua opera letteraria e soprattutto nel romanzo "Il Gattopardo", che narra la storia del principe di Salina e della sua famiglia nella Sicilia dello sbarco dei Mille.
Dal romanzo, che rappresentò un autentico caso letterario, trasse ispirazione il regista Luchino Visconti per girare (nel 1963) la versione cinematografica del romanzo, che ottenne il favore della critica ed un enorme fortuna grazie anche al cast d'eccezione, cui facevano parte Burt Lancaster, Claudia Cardinale e Alain Delon.
Cuore del Parco il mondo della cosmopolita Palermo, con il suo centro storico e con le sue ville circondate da lussureggianti giardini, dell’assolata Santa Margherita in Belice con il Palazzo Filangeri - Cutò, lentamente riportato agli antichi splendori dopo lo scempio del terremoto, e di Palma di Montechiaro, la città fondata nel 1637 dalla famiglia Tomasi di Lampedusa, sede del Palazzo del Duca di Palma, don Giulio Tomasi.
Le tappe del nostro itinerario
Villa Boscogrande, Palermo
PALERMO - A due passi dalla Kalsa, l'antico quartiere arabo di Palermo, si trova Vicolo della Neve all'Alloro che ospita la sede palermitana del Parco Letterario dedicato a Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Qui si trova un piccolo Caffè-Galleria, concepito come un "punto di ristoro", dove si può sorseggiare in pace un bicchiere di buon vino fresco o una granita, nella tranquillità di un vicolo in ombra.
Ma il Caffè è anche un luogo speciale dove è possibile fare esperienze importanti di conoscenza e comunicazione. Aperta tutti i giorni la piccola biblioteca specializzata su Tomasi di Lampedusa, gli autori siciliani in genere e sulla storia e l'arte dell'isola. Al Caffè si può assistere alla proiezione di interessanti filmati, alcuni di questi davvero unici o molto rari, in genere di video e documentari sulla Sicilia letteraria. Fedele alla sua origine il Parco ha, tra le sue proposte più caratteristiche, delle speciali visite guidate lungo itinerari storico-letterari sulle tracce dei motivi d'ispirazione dell'autore de "Il Gattopardo".
Si tratta di passeggiate nel centro storico di Palermo, di escursioni fuori città, o di veri e propri viaggi nei luoghi particolarmente significativi per la vita e l'opera di quest'ultimo. Tra queste citiamo la passeggiata tomasiana al quartiere della Kalsa, dove l'autore visse negli ultimi anni della sua vita e dove si possono ammirare strade, piazze, chiese, palazzi, scorci paesaggistici citati nel romanzo e utilizzati da Visconti per il set cinematografico.
L'itinerario tocca infatti, la Chiesa della Gancia, Piazza Marina, la Chiesa della Catena, le Mura delle Cattive, Piazza Croce dei Vespri, Piazza Rivoluzione. La passeggiata dura circa due ore e comprende una guida storico-letteraria arricchita da letture di passi dal Gattopardo.
Un'altra passeggiata tomasiana è quella a Piana dei Colli, una pianura situata al confine Nord della città di Palermo, che ospita diverse ville settecentesche come la splendida Villa Boscogrande, oggi trasformata in ristorante con sala ricevimenti, dove furono girate le scene iniziali del film di Visconti.
Un altro palazzo di Palermo è stato il grande protagonista del film e precisamente palazzo Valguarnera Gangi, dove invece, furono girate le scene del grande ballo in casa Ponteleone.
Santa Margherita di Belìce
Fondata dal barone Antonio Corbera, antenato di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il 2 giugno 1572 sui resti di una rocca araba e sconvolta al sisma del 1968, è il luogo in cui l'autore trascorreva l'estate da bambino. Se si è ancora decisi a seguire le tracce del Gattopardo consigliamo di iniziare a visitare il Palazzo dei Filangeri di Cutò, la casa materna che ispirò lo scrittore e che nel libro viene chiamato castello di Donnafugata.
Tra le stanze restaurate del Palazzo, oggi sede del Comune e del Parco Letterario, troviamo il Parco-museo letterario del Gattopardo, un museo costruito attorno al romanzo, per farne conoscere i personaggi e farne rivivere le atmosfere.
Lettere, appunti, documentazione e foto d’epoca, perfino il manoscritto originale e il dattiloscritto del romanzo. Il parco-museo non manca di attrattive: un piccolo museo delle cere rappresenta scene tratte dal film di Luchino Visconti, mentre postazioni multimediali mostrano le interviste a Claudia Cardinale e Alain Delon , indimenticabili interpreti del film di Luchino Visconti.
Fiore all’occhiello del parco-museo è la possibilità di ascoltare la voce di Giuseppe Tomasi di Lampedusa mediante un documento audio dello scrittore.
Adiacente al palazzo, in uno splendido giardino con alberi secolari, realizzato sul finire del XVII secolo e descritto mirabilmente in "I ricordi d'infanzia". Qui si può passeggiare, assistere agli spettacoli che vi si svolgono nella bella stagione e sedere al caffè letterario, che propone, oltre ai piaceri della letteratura, anche quello di gustare gli ottimi vini e prodotti di campagna e della gastronomia locale.
Guide, cantastorie, attori animano il giardino e la casa, che ospita anche una biblioteca in cui è possibile consultare tutta la vasta bibliografia riguardante l'opera di Tomasi. Da vedere anche la villa comunale si trova all'ingresso del paese e si sviluppa su un'area a forma allungata con un viale che la percorre interamente, alla cui estremità si trovano: il tempietto a pianta circolare del "Café House", fatto costruire nella seconda metà dell'Ottocento e la statua di Flora posta su un basamento nel piazzale antistante il tempietto. Anch'essa descritta da Giuseppe Tomasi di Lampedusa in I ricordi d'infanzia.
Palma di Montechiaro
Se il castello di Donnafugata è in realtà Palazzo dei Filangieri di Cutò a Santa Margherita Belice, per costruire Donnafugata lo scrittore si ispirò invece a Palma di Montechiaro, luogo a lui molto caro perché qui veniva spesso durante l'infanzia. La visita guidata di Palma di Montechiaro si snoda lungo un itinerario alla ricerca degli antenati, principi e santi, della famiglia Tomasi di Lampedusa e rivive le vicende che portarono alla fondazione dell'abitato.
Partiamo dal Palazzo Ducale, che si trova all'ingresso del paese, edificato tra il 1653-1659, con i suoi splendidi soffitti lignei del XVII secolo e della mostra di oggetti d'arte della famiglia Tomasi, di foto e manoscritti dello scrittore e foto del film di Luchino Visconti. Proseguiamo con la visita alla Chiesa Madre, del 1666, dedicata a Maria Santissima del Rosario, posta sulla sommità di una scalinata, con prospetto in stile barocco.
In piazza Provenzani si trovano la Chiesa e il Convento benedettino del SS. Rosario. Nato prima come palazzo dei Tomasi e trasformato in convento solo nel 1657 per volere del duca Giulio. Nella chiesetta del Monastero è sepolta la beata Suor Maria Crocifissa della Concezione, antenata di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che nel Gattopardo, nasconde l’estatica figura della suora, sua antenata, dietro la Beata Corbera.
Da vedere anche la Casa degli Scolopi (oggi sede del Municipio) che è certamente uno degli esempi più belli del patrimonio tardo-barocco e insieme alla Chiesa della Sacra Famiglia costituisce un unico complesso architettonico.
Infine facciamo un salto al castello, fatto edificare da Federico III Chiaramonte, Conte di Modica nel 135. Il maniero veniva utilizzato come punto di avvistamento. La sua planimetria irregolare infatti, si sviluppa attorno a un torrione dalla forma quadrata che fa da vedetta sul mare e attorno a una corte centrale. Purtroppo della struttura oggi, rimangono solo i ruderi esterni. Nel 1580, la fortezza, passò a Mario Tomasi, capostipite dei Lampedusa e dei Gattopardi e rimase di proprietà della famiglia fino al 1957, quando si spense Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957).