A Selinunte rifioriscono gli oliveti degli dèi
Da ottobre sarà possibile assaggiare olio extra vergine biologico estratto da "uliveti monumentali"
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Dal prossimo autunno sarà possibile assaggiare l'olio prodotto con le drupe degli ulivi del Parco archeologico di Selinunte. Come dire, dalla prossima campagna olearia sarà disponibile l'olio degli antichi greci!
Infatti, quest'anno, i 18 ettari di uliveti dentro il Parco archeologico di Selinunte torneranno a fiorire per produrre olive da cui verrà estratto olio extra vergine biologico. L'azienda agricola Centonze lo scorso autunno ha ottenuto l'affidamento per 6 anni della gestione delle piante secolari di ulivo che si trovano all'ombra dei templi e delle rovine selinuntine. La prima raccolta avverrà a ottobre e l'olio sarà confezionato in latte con la dicitura "Olio da uliveti monumentali".
L'esperienza di Nino Centonze e la sua Nocellara da ulivi secolari
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Dallo scorso anno gli agricoltori di Centonze hanno rimesso in produzione gli ulivi. Dapprima la pulizia dell'areale da tronchi e rami secchi e poi la potatura. Un intervento radicale sui tre appezzamenti, di cui uno addossato al tempio E, per un totale di 1.500 piante di ulivi della cultivar Nocellara del Belìce.
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Non è un caso l'affidamento della gestione di questo particolare areale a una realtà come quella della famiglia Centonze che vede l'azienda di proprietà proprio a due passi dal Parco archeologico. Grande è infatti la loro esperienza nella gestione di uliveti secolari in regime biologico, ma anche nella produzione di olio da varietà Nocellara.
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"Per noi coltivare gli ulivi del Parco archeologico è come chiudere una filiera - ha spiegato Nino Centonze all'Ansa - proprio perché dentro la nostra azienda a pochi chilometri da Selinunte, si trovano le latomie da dove veniva estratta la roccia per i templi. Così combiniamo un buon prodotto offrendo ai nostri clienti anche la visita a questo territorio straordinario".
Agricoltura e Archeologia
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Nel Parco archeologico più grande d'Europa da anni si moltiplicano le iniziative per rimettere in produzione gli spazi verdi incolti. Ampi lotti di seminativo nella zona della Malophoros vengono gestiti dal Consorzio "G.P. Ballatore" e custoditi dal mugnaio castelvetranese Filippo Drago che ha piantato antichi grani (tumminia, maiorca, perciasacchi) per poi farne farina e pasta a marchio Selinunte (LEGGI).
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Da un anno, invece, è stato dato spazio anche all'apicoltore Vito Salluzzo che dentro il Parco ha posizionato 40 arnie di api nere sicule (LEGGI). Ora gli ulivi monumentali rimessi in produzione da dove verrà estratto l'olio extra vergine d'oliva.
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"Da alcuni anni portiamo avanti un progetto di rivalutazione dei terreni che erano incolti dentro il Parco - spiega il direttore Felice Crescente - nell'ottica di arricchire l'offerta ai visitatori ma anche di riprendere la storia dell'antica città dove esistevano certe colture in alcuni spazi dell'area extraurbana".
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La produzione d'olio di quest'anno arricchisce il 'paniere' targato Selinunte. E l'olio extra vergine d'oliva prodotto dagli ulivi a ridosso dei templi e con etichetta che richiama le colonne antiche, sarà, in parte, inserito nei circuiti commerciali dell'azienda agricola Nino Centonze che esporta già in 35 paesi nel mondo.