Il lievito è scomparso dagli scaffali dei supermercati! Tranquilli, bisogna solo aspettare...
L'emergenza coronavirus ha fatto esplodere le vendite di farina e lievito, e quest'ultimo non lo si trova più facilmente
L'emergenza coronavirus ha fatto cambiare anche la spesa degli italiani. Dopo cinque settimane dall'inizio della pandemia, i consumi si proiettano su nuove rotte e abitudini: complice il restare a casa, si tornano a fare pane e pizza.
Così nei carrelli rallentano gli acquisti di pasta e riso ma è boom, invece, di farina e lievito di birra (con incrementi superiori al 200% nelle ultime due settimane). È quanto emerge dai dati dell'Ufficio studi Coop.
Questo fenomenale incremento di vendite ha letteralmente fatto scomparire il lievito dagli scaffali dei supermercati, rendendo (momentaneamente) vani i sogni di gloria dei tanti "fornai" provetti e improvvisati dei tempi del Coronavirus.
Nel tentativo di trovare validi sostituti per far gonfiare gli impasti al punto giusto (dalla pasta madre, al bicarbonato, passando per la schiuma della birra) agli italiani non resta che aspettare che il magico ingrediente torni in commercio.
Aspettare, sì. Infatti, a quanto pare, attendere con pazienza è l'unica cosa che si può fare al momento, perché, come dicono gli esperti del settore, "il lievito si coltiva, non si fa".
Com'è fatto il lievito di birra
I preziosissimi cubetti di lievito si chiamano così proprio perché sono ricavati dal residuo della fermentazione della birra. Si ottiene attraverso la fermentazione dei Saccharomyces Cerevisiae, che sono dei microrganismi micotici (funghi unicellulari) che vengono coltivati e fatti fermentare in appositi fermentatoi. In commercio lo troviamo nella forma fresca in cubetti da 25 gr nel banco frigo, oppure in polvere in bustine. L'unica differenza tra i due è la durata e il modo di utilizzo: il lievito fresco si scioglie in acqua o latte, mentre quello disidratato può essere aggiunto direttamente agli ingredienti secchi.
La spiegazione delle aziende produttrici
Le aziende produttrici creano le condizioni più favorevoli perché il lievito si riproduca in presenza di ossigeno. In pratica tutto si basa sulla fermentazione dello zucchero, un processo che non ha nulla di artificiale e che, ovviamente, ha i suoi tempi.
"I nostri impianti lavorano senza sosta, nonostante il periodo difficile - spiega Piero Pasturenzi, presidente del Gruppo Lievito di ASSITOL -. Siamo consapevoli del nostro ruolo e della centralità che il lievito ha nell'alimentazione quotidiana. Il nostro obiettivo è rispondere alla domanda dei consumatori, garantendo, come sempre, l'alta qualità delle nostre produzioni e, al tempo stesso, la salute dei nostri lavoratori"
Insomma, aspettiamo. Tra l'altro per una lievitazione a regola d'arte cosa ci vuole? Tempo e pazienza.